La strada giusta, un’intervista a Loredana Lipperini

È sempre un grande piacere ascoltare Loredana Lipperini. In questa diretta sul canale di Postfazioni.it ci ha parlato de La strada giusta, edito da Tetra-, un racconto surreale, a tratti perturbante, in cui Francesca, la protagonista, si trova a rivivere un’estate della sua giovinezza e a prendere una difficile decisione: scegliere il presente o continuare a galleggiare nel passato.

         

Superstar, un’intervista a Giorgia Tribuiani

Ringrazio molto Giorgia Tribuiani che nella diretta di oggi sul canale youtube di Lankenauta ha accettato di parlarci di Superstar (Tetra-), un racconto che ci conduce nel vivo di una faida tra wrestler, dietro la quale possiamo leggere quanto è accaduto a Giovanni, vittima di un episodio di bullismo che ha lasciato in lui segni e ferite profonde.

Qui il video della diretta:

         

Sotto la città, un’intervista a Daniele Petruccioli

Poter conversare con Daniele Petruccioli è sempre un piacere. Ne ho sempre ammirato l’estrema competenza, il garbo, il fatto di essere profondo e di saper rendere al meglio questa profondità nella pagina scritta.

Questo pomeriggio abbiamo parlato di Sotto la città (Tetra-), un racconto dalla forte impronta introspettiva, che mostra i pensieri, i tormenti, le paure di un uomo che deve fare i conti con la propria tristezza.

Qui la diretta:

         

Uno per due, intervista a Romana Petri

“Annie è stata una donna bellissima. La sua vita, in fondo, le è piaciuta tutta, ma l’incontro con un fascinoso e “bruttissimo” fotografo disintegra la routine del suo inferno familiare. La donna riprende in mano la centralità della propria esistenza, che fino a quel momento aveva dovuto condividere con un marito succube della madre e i due figli, abbracciando gli eventi senza il timore di farsi trascinare dagli stessi. Ora, superata la soglia dei settant’anni, sarà l’imprevisto scontro con una ingombrante figura a permetterle di collocare al proprio posto tutti i tasselli del suo travagliato vivere.”

In occasione dell’uscita di “Uno per due“, racconto di Romana Petri, ho avuto il piacere di porre qualche domanda all’autrice. Qui il video della diretta:

         

Una proposta stronza di Maddalena Fingerle

Ieri ho avuto il piacere di conversare con Maddalena Fingerle, l’autrice di Lingua madre (Italo Svevo), in occasione dell’uscita del suo racconto Una proposta stronza (Tetra-).

“Questo non è un testo sulla scrittura né sulla maternità, è solo la bizzarra risposta di un’autrice a una richiesta stronza da parte di un editore squalo. Eppure tra processo creativo e gravidanza ci sono analogie che vale la pena indagare e l’autrice in questione alcune cose da dire sul tema ce le ha, perché in fondo ‘non devi essere stato in una padella per poter scrivere di una cotoletta’”.

Qui il video della diretta:

         

Vergogna

E così, appena rientrata, aveva imboccato al volo la porta dello studio per lasciarsi cadere sul divano, col respiro in affanno e la testa tra le mani, quasi priva di forze, per chiudere un attimo gli occhi se solo ci fosse riuscita, per un secondo, un secondo soltanto!, si era detta sottovoce. E non le importava nulla se di là, nell’altra stanza, loro lo sapevano, lo sapevano molto bene che era insolito che lei rientrasse in casa a quel modo, senza salutare e fuggendo gli sguardi, e se la filasse dritta dritta altrove senza dire una parola a mettersi seduta sotto la lampada accesa, sotto il cerchio di luce viva che si allarga sulle gambe e sui cuscini e che riflette sulle cornici delle foto, e la città alla finestra che s’intravede di fuori.

In questo racconto parlo di donne che si amano, al di là di ogni pregiudizio. S’intitola “Vergogna”. Appare oggi su Formicaleone.

Sul racconto

 Ho trovato molto interessante questa conversazione tra Paolo Fabbri e Roland Barthes proposta di recente da Marietti. E pensare che è rimasta chiusa in un cassetto per cinquant’anni!

“Davanti a questa infinità dei racconti, si tenta, cioè si ha il coraggio – o il rischio o la temerarietà – di scegliere un modello di descrizione che all’occorrenza può essere precisamente il modello linguistico. Tenteremo cioè di applicare a questa massa enorme di racconti un modello di descrizione, che, manipolando certe specificazioni, dedurrà ciò che noi sappiamo dalla linguistica.”

Roland Barthes, Sul racconto, Marietti 1820

  Bisogna dare atto alla Marietti di aver compiuto un’importante scelta editoriale nell’aver recuperato, con acume e con lungimiranza, questa interessante intervista a Roland Barthes registrata a Firenze nel dicembre del 1965, una conversazione finora inedita, rimasta chiusa nel cassetto per più di cinquant’anni e riemersa solo grazie alla curiosità di Thomas Broden, francesista e studioso del pensiero strutturalista, che, trovandone un’annotazione in un taccuino dell’illustre semiologo custodito alla Continua a leggere

Cosa resta del padre: un mio racconto su Racconti nella rete

Mi è piaciuto lo spirito che anima questa iniziativa. Così ho cercato tra i miei inediti (del prossimo libro) e ho tirato fuori un racconto che mira dritto al segno, chiaro, di un tema attuale, attualissimo.

Prendetelo per quello che è: una provocazione. Qui sotto l’incipit e il link.

“E allora, come da accordi, ognuno per la propria strada, senza troppe storie, senza tanti intoppi: lui in casa con i figli, ad accudirli e ad accertarsi che tutto andasse bene, provvedendo anche a farli mangiare, e lei a passare il suo weekend d’amore con quel Mauro, in Maremma, a Orbetello, come gli aveva annunciato qualche tempo prima.”

http://www.raccontinellarete.it/?p=30846

Il racconto “La scomparsa” su Margutte, non-rivista on line

Eravamo insiemeEd oggi siamo sulla prima pagina di Margutte, non-rivista online di letteratura e altro con il racconto La scomparsa.

Un grazie particolare a Gabriella Mongardi che con garbo ed attenzione recensisce di seguito la raccolta Eravamo insieme da cui il racconto è tratto.

http://www.margutte.com/?p=19849

“Si tratta di racconti brevi e brevissimi, in cui l’autore ha lavorato sul frammento e sulle situazioni, sul momento, rinunciando alla trama come forza ordinatrice per affidarsi piuttosto al paesaggio, all’atmosfera, al non detto più che al detto. La rappresentazione del mondo e dei personaggi che ne deriva non è quindi mimetica della complessità del reale, se non per qualche cosa che rimane nella memoria o negli occhi. Nulla è riconducibile a sistema, nulla vuole essere esaustivo (né la rappresentazione dei personaggi né quella del loro mondo). In questo modo il lettore viene coinvolto direttamente nel lavoro creativo, in quanto chiamato a ‘supplire’ con la sua fantasia, la sua sensibilità, a quello che la storia non racconta esplicitamente. Data la ricorsività dei temi e delle figure, durante la lettura viene la tentazione di trattare i racconti come tante tessere di un puzzle e provare a metterle insieme, trovando il giusto incastro: ma sarebbe far torto a un flusso narrativo limpido e caldo, mobile e inafferrabile come la vita.”

“Così questo libro ci riconcilia con l’incompiutezza delle nostre vite, con ciò che avrebbe potuto essere e non è stato, con le soglie che non abbiamo varcato. Basta dismettere le nostre pretese, le nostre aspettative e aprirsi alla meraviglia del vivere, qui incarnata dalla bellezza del paesaggio: naturale o urbano, di mare o di montagna, sontuosi tramonti, onde tempestose, allegri cinguettii…”

“Questa disposizione d’animo – che è condivisa da personaggi e narratore – riscatta gli incontri mancati, i fallimenti, i tradimenti, sussumendoli tutti in una prospettiva più alta, più ariosa, in cui anche il negativo viene sfumato e ammorbidito. Perché, come voleva Euripide: “Gli dei ci creano tante sorprese: l’atteso non si compie, e all’inatteso un dio apre la via”.”

L’incontro delle vie percorse su La Ballata n. 2/2016

La Ballata 2.2016  Il mio racconto “L’incontro delle vie percorse” sul n. 2/2016 della rivista “La Ballata – rivista trimestrale di arte e cultura” di Livorno.
Un mio grazie va a Giuliana Matthieu e ad Arturo Molinari.

  Il racconto esce in coincidenza con la nuova edizione di “Eravamo insieme“, raccolta da cui è tratto.
Mi fa piacere vederlo tra le pagine di una rivista che l’anno prossimo festeggerà i quarant’anni di attività!

Qui il sito de “La Ballata” http://laballata.it/index.html

A che punto è la nostra indagine #LoStatutoDelRacconto

Il 26 ottobre 2015 è partita l’indagine di Emergenza Scrittura sul racconto (‪#‎LoStatutoDelRacconto‬) e i risultati, a tutt’oggi, sono oltremodo positivi.
Hanno finora aderito all’iniziativa e risposto alle domande: Paolo Cognetti, Gianfranco Franchi, Giulio Mozzi, Gianluca Morozzi, Cristiano Abbadessa, Mauro Maraschi, Emanuele Kraushaar, Andrea Camillo, Antonella CilentoRomana Petri, Milly Curcio, Monica Pareschi, Andrea Brancolini, Davide Barilli, Gianni Tetti, Tommaso Giagni, Sandro Bonvissuto, David Frati, Stefano Benni, Francesca Fiorletta, Maristella Lippolis, Gianfranco Calligarich. Gran parte delle interviste sono già on-line sul sito di Emergenza Scrittura e altre ancora seguiranno.
L’intenzione che ci ha mosso è stata quella di restituire la giusta attenzione a questa forma letteraria che in Italia è spesso disdegnata dal mondo editoriale o ritenuta a torto secondaria al romanzo. Nel suo piccolo, per quanto possa fare una community che vanta appena un anno di vita ma che si è contraddistinta da subito per vitalità e buone iniziative, mi sento di dire che Emergenza Scrittura c’è ottimamente riuscita.

Il mio racconto “Quando ho trovato un lavoro” su Versante Ripido di gennaio 2016

Dismaland-uro_risultato  È successo quando in pratica ho trovato un lavoro. E dire che erano mesi che tiravamo a campare, che andavamo avanti senza un soldo e non sapendo che fare, con l’intenzione ovvia di rimediare… Stringevamo la cinghia, e questo perchè dopo dieci anni di fatiche in officina era stato messo alla porta su due piedi, dall’oggi al domani, e lui giù a imprecare, tant’è che stavamo attenti a tutto quello che spendavamo, dai centesimi all’euro, e per non fare spese pazze ma oculate, affinchè gli ultimi spicci potessero bastare. E ogni volta a fare i conti, a spaccare l’unghia in quattro per poterci uscire, per non fare figuracce, a rinunciare ad ogni sorta di sfizio per andarci giusti… insomma, una vera disgrazia! Non avevamo, per intenderci, neanche i soldi per una birra e un panino al sabato sera o per uscire con gli amici a prendere un caffè tutti insieme al bar sotto casa. Per non parlare, poi, di quando arrivavano le bollette, allora sì, c’era da piangere! (leggi tutto il racconto)

Il mio racconto “La casa sul mare” su Margutte non-rivista online di letteratura ed altro

Che cosa siamo che cosa non siamo  Era giunta così, anche stavolta, per lei, l’ora dei saluti e dei rimpianti. Il tempo a sua disposizione era finito e presto, volente o nolente, sarebbe ripartita. L’indomani, di primo mattino, sarebbe corsa d’un fiato all’aeroporto e avrebbe messo piede sull’aereo che l’avrebbe condotta lontano e poi chissà, chissà quando l’avrebbero rivista. Per questo, lo sapeva, la casa che l’ospitava cominciava ad affollarsi di gente, di amici e conoscenti, che giungevano fin lì per salutarla. Venivano a trovare lei, che tornava in quel posto dov’era nata ogni tanto, con l’idea di vivere quei giorni pienamente, centellinando i momenti. Incredibilmente, però, lei filava via adesso lungo la strada, noncurante di tutto.

A poche settimane dall’uscita della mia raccolta “Che cosa siamo, che cosa non siamo” la rivista Margutte pubblica il racconto “La casa sul mare”, ivi compreso. Questo il link del racconto: http://www.margutte.com/?p=13785.

Il mio racconto “Stanchi” su Il Paradiso degli Orchi

imagesOJ2KHV1P Rientrati in fretta, senza dir nulla, avevano raggiunto insieme la camera da letto. Lei aveva lasciato cadere la giacca sul divano, mentre lui aveva acceso le luci. Sicché, stanchi per la serata trascorsa, ora stavano spogliandosi. Angela tornava a dare un’ultima spazzolata ai capelli davanti allo specchio, prima di coricarsi. Si guardava con cura il viso, osservando bene gli occhi e il contorno delle labbra, il profilo un po’ smagrito e pallido del volto. (leggi tutto il racconto)

Il mio racconto “Mi basto sola” su Critica Impura

accogliere-la-solitudine-orig_main  Pioveva a dirotto in quell’istante e lui, come previsto, aspettava all’interno. Guardava di fuori, oltre il parabrezza, e già da un po’ di tempo. Rifletteva sul da farsi, in attesa che arrivasse, fino a quando non scorse un’auto lampeggiare e infilarsi veloce tra quelle ferme in sosta. Fu allora che la vide venir via coperta da un ombrello e affrettarsi in punta di piedi per non bagnarsi. (leggi tutto il racconto)

Il mio racconto “Congedo” su Versante Ripido

IMG_3659_risultato  Al tempo, quand’ero ancora giovane, la mia famiglia aveva una casa laggiù, in quella landa desolata. Dico desolata perché attorno ad essa non c’era nulla, tranne il mare e la sabbia e qualche arbusto sparuto. Io mi ero recato lì quell’estate con l’intenzione precisa di starmene in pace, senza vedere o ascoltare nessuno. Passai così in quello stato di grazia uno o due mesi, adesso non ricordo, fino a quando, cioè, all’improvviso lei si presentò da me. (leggi tutto il racconto)

Alberto Cini, tecnica mista

Il mio racconto “Stanchi” su Il Paradiso degli Orchi

esterne111635501103163947_big Rientrati in fretta, senza dir nulla, avevano raggiunto insieme la camera da letto. Lei aveva lasciato cadere la giacca sul divano, mentre lui aveva acceso le luci. Sicché, stanchi per la serata trascorsa, ora stavano spogliandosi. Angela tornava a dare un’ultima spazzolata ai capelli davanti allo specchio, prima di coricarsi. Si guardava con cura il viso, osservando bene gli occhi e il contorno delle labbra, il profilo un po’ smagrito e pallido del volto. (leggi tutto il racconto)

Il mio racconto “La casa sul mare” su Versante Ripido

tn_razzia-pret-a-porter-VERT  Era giunta così, anche stavolta, per lei, l’ora dei saluti e dei rimpianti. Il tempo a sua disposizione era finito e presto, volente o nolente, sarebbe ripartita. L’indomani, di primo mattino, sarebbe corsa d’un fiato all’aeroporto e avrebbe messo piede sull’aereo che l’avrebbe condotta lontano e poi chissà, chissà quando l’avrebbero rivista. Per questo, lo sapeva, la casa che l’ospitava cominciava ad affollarsi di gente, di amici e conoscenti, che giungevano fin lì per salutarla. Venivano a trovare lei, che tornava in quel posto dov’era nata ogni tanto, con l’idea di vivere quei giorni pienamente, centellinando i momenti. Incredibilmente, però, lei filava via adesso lungo la strada, noncurante di tutto. (leggi tutto il racconto)

Il mio racconto “Quel giorno” su Il Paradiso degli Orchi

 Forse non ho mai appreso cosa voglia dire due-sono-le-coseamarsi prima di quel giorno. Dico di quel giorno particolare in cui, ancor confuso e con molte idee vaghe in testa, rientravo a casa mia dopo un pomeriggio passato in strada a bighellonare, solo e senza molta fortuna. Avevo sedici anni all’epoca o forse meno, non ricordo, e non ero certo nel mio periodo migliore, nel più bello dei momenti, ferito com’ero dagli esiti di una storia non proprio edificante. So solo che fino ad allora avevo cercato l’amore più volte e con convinzione, senza perdermi d’animo, illudendomi anche di averlo trovato, di esserne stato travolto, senza in realtà capirci molto. (leggi tutto il racconto)

Il mio racconto “Il tempo passa, le cose cambiano” su Il Paradiso degli Orchi

miniracconti_283_fotoprincipale  Come accade spesso in amore, quando in una coppia la passione si fa da parte per lasciare il posto all’affetto dopo tanti anni di convivenza, anche tra Lisa e Paolo con l’andare del tempo erano cambiate molte cose e dopo i primi momenti folgoranti in cui l’ardore l’aveva fatta da padrone, rallegrando e conducendo lietamente i loro giorni senza freni e ipocrisie, quel fuoco esuberante e mai sazio e che mai trovava pace a poco a poco s’era spento, lasciandoli solo con la gioia di rimestare ogni tanto col bastone tra le ceneri crude. (leggi tutto il racconto)

Il mio racconto “L’età dell’amore” sulla rivista Fralerighe

 Ora scendono insieme per l’antico ed arduo greto, lungo il sentiero. Si inoltrano attenti tra il ricco fogliame, tra gli arbusti folti ed irti. Li lambiscono da ambo i lati i faggi e i grossi lecci assaliti dai rovi, le cui figure adunche e snelle ne emergono a stento. È l’ora ormai tarda del giorno in cui il sole, già basso all’orizzonte, ne esalta il profilo, filtra e occhieggia tra i rami ozioso, frugando tra gli spazi e le ombre, indorando le foglie. E tutto è calmo laggiù, di una pace serafica, cullato dal ronzare assiduo e monotono delle cicale schiantate dal caldo, mentre qualche fringuello in volo di ramo in ramo a volte li desta. (leggi tutto il racconto)