Isolane. Luciuzza e altri racconti

 Da poco disponibile per i tipi di Les Flâneurs, Isolane. Luciuzza e altri racconti di Maria Messina è una raccolta di novelle che potrà contribuire parecchio alla riscoperta di un’autrice che, poco celebre in vita, fu però molto apprezzata dalle voci autorevoli e dai maggiori intellettuali del suo tempo (con alcuni dei quali intrattenne anche una fervida corrispondenza, si veda il carteggio con Verga, la cui pubblicazione negli anni Settanta le ha restituito una meritata visibilità), e il cui nome iniziò a riscuotere maggior credito solo a partire dagli anni Ottanta, quando Leonardo Sciascia lo accostò a quelli di Verga e Pirandello, giungendo a definirla “una Mansfield siciliana”, ed Elvira Sellerio ne promosse la pubblicazione delle opere. Continua a leggere

Gli altri fanno volume

  Preceduto dalla frase di Ennio Flaiano “I giorni indimenticabili nella vita di un uomo sono cinque o sei in tutto. Gli altri fanno volume.“, presa in prestito da Autobiografia del blu di Prussia e posta in esergo, questo agile, fulgido romanzo di Angelo Calvisi edito dalla giovane e intraprendente Pièdimosca Edizioni (Gli altri fanno volume, appunto) si presenta da subito con una soluzione narrativa che spiazza e incuriosisce il lettore: quella di parlare della vita di Paolo, il protagonista della vicenda, scegliendo solo sei giorni in tutto, sei giorni molto significativi, vuoi perché ritenuti esemplari, di un’età o di una condizione, o perché si rivelano dei momenti cruciali, delle tappe fondamentali, per cogliere l’essenza di un percorso. Continua a leggere

Progetto R.

  Giugno 2013. Un evento drammatico e all’apparenza incomprensibile sembra accomunare la vita di due uomini che non si conoscono ma che si ritroveranno ben presto complici: da un lato Mario Berni, ex vice redattore di una rivista mensile, che dopo la tragedia che l’ha colpito ha deciso di scappare via da tutto, di cambiare vita, mestiere e città, pur di non abitare negli stessi luoghi che possono riportarlo indietro con la memoria e pur di sottrarsi alla notorietà improvvisa che, suo malgrado, l’ha investito (“Aveva impiegato molto tempo per far perdere le sue tracce. L’uomo dai capelli corti e ordinati, miope e fuori forma che viveva a Milano, si era fatto crescere i capelli, era ricorso a un intervento chirurgico agli occhi e praticava molta attività fisica e si era trasformato in una specie di cavernicolo di montagna.“); e dall’altro Carlo Tebaldi, un avvocato romano, Continua a leggere

Agonia

  Sono davvero tanti i pregi di questo breve romanzo di Lodovica San Guedoro, Agonia. Lo strano incidente che capitò a Giulia Berri-Orff in quel tempo lontano, scritto tra il 2003 e il 2004 e proposto di recente dall’editore monacense Felix Krull, un testo che per temi e toni suggeriti può essere inteso come il prequel dei due lavori sentimentali dell’autrice, “Pastor che a notte ombrosa nel bosco di perdé…” e “Amor che torni…“, che sono di fatto un’opera sola.

Innanzitutto, una materia a veder bene non semplice da narrare perché priva di aspetti diegetici e composta essenzialmente di ricordi, di visioni, di momenti esemplari di un particolare stato d’animo, e che culmina con l’evocazione di un mancato incontro tra due esseri che si son cercati tempo addietro ma la cui unione non è giunta a compimento, viene qui riportata con una maestria unica ed ineguagliabile, mettendo in campo una vera voce autoriale, che incanta e irretisce il lettore aggiogandolo di volta in volta con atmosfere sospese e rarefatte, fuggevoli ed enigmatiche, di grande bellezza. E poi c’è la lingua, così limpida e alta, di una compostezza formale inusuale, degna di un classico, che ci consegna alla fine tra le mani un frammento lirico dal valore e dall’incanto straordinari. Continua a leggere

Odio senza fine

  Berlino, notte del 30 gennaio 1933. Forse non è un caso che la prima immagine con cui si apre il romanzo sia quella di una camera da letto avvolta dal gelo in cui Annelore, personaggio chiave e filo conduttore della vicenda, tenta strenuamente di riscaldarsi sotto le coperte, senza riuscirci, un’immagine che non è solo lo specchio immediato della profonda solitudine in cui versa la donna e del senso di angoscia dilagante che ne pervade l’esistenza, come di quello delle persone che la circondano, ma che è anche la perfetta metafora della condizione di un intero paese, che ben rende, cioè, assieme agli incubi che la tormentano e l’assillano, in cui ricorrono il volto deformato di Göering e le violenze urbane perpetrate dalle SA, l’idea inconfondibile di una fine. Continua a leggere

H. Come Hitler vedeva i suoi tedeschi

  Preceduto da un’acuta prefazione di Franco Cardini che pone l’accento sull’approccio del tutto nuovo che ci viene proposto, che mira ad offrirci l’immagine inusuale di un Hitler “umanamente comprensibile” e vero (che non vuol dire che vada assolto e perdonato per ciò che ha fatto ma che la forma narrativa può forse renderlo meglio decifrabile), questo breve romanzo di Johann Lerchenwald (J. Lerchenwald, H. Come Hitler vedeva i suoi tedeschi, pp. 245, Editoriale Jouvence, 2020) infrange a veder bene più di un tabù: innanzitutto quello della figura dell’invincibile condottiero promossa dalla propaganda di regime e dallo stesso dittatore, che nelle pagine lascia il posto invece a un uomo fragile, timido, spesso abulico e contraddittorio, con la testa piena di idee confuse, che gioisce, per esempio, per essere riuscito a farsi dichiarare inabile alla leva austriaca e che poco dopo corre ad arruolarsi volontario in Germania pur di dare un senso ai propri giorni; a un uomo quasi sempre tormentato, disperato, in più occasioni aspirante suicida, che, non avendo ancora un piano né un obiettivo accattivante da presentare al proprio Continua a leggere

Santi, poeti e commissari tecnici

  Se davvero volessimo provare a guardare il calcio con occhi diversi, imparare a sorriderne e a non prendere troppo sul serio questo sport che assurge molto spesso, nel nostro Paese, a condizione di credo religioso o ad unica ragion di vita, probabilmente a causa di un’allucinazione collettiva, allora i racconti di Angelo Orlando Meloni potrebbero fare al caso nostro.

Santi, poeti e commissari tecnici (Angelo Orlando Meloni, Santi, poeti e commissari tecnici, Miraggi Editore, 2019, pp. 192), infatti, è un’agile, allegra raccolta che con uno sguardo ironico, leggero, ci parla di questo mondo variegato e di tutto l’universo che vi ruota attorno: dall’accesa rivalità tra tifosi che odiano per partito preso a chi vive solo di derby e di calciomercato, ai campioni veri o presunti, alle attese spasmodiche e alle notti insonni di coloro Continua a leggere

La perfezione

  Riproposto di recente da Baldini+Castoldi e al tempo designato dalla critica come l’esordio del nuovo noir italiano, il romanzo breve La perfezione di Raul Montanari conserva ancora, a 25 anni di distanza dalla prima edizione (uscì nel ’94 da Feltrinelli), tutta la bellezza algida e cristallina conferitagli dalla sua splendida e sobria costruzione, forte di una sapiente distribuzione della materia narrativa e dell’uso di una lingua curata, puntuale, mai fuori luogo, che nel ritrarre le vite dei personaggi e il paesaggio montano riesce a creare all’occorrenza le atmosfere più giuste e adatte al caso.

Priva di sbavature e di cadute di stile, la storia si sviluppa per gradi, attraverso le diverse focalizzazioni dei protagonisti. Se in prima battuta vien da chiedersi a chi siano rivolte, a chi alludano le parole poste in esergo tratte dal Libro dei Salmi (chi è che uccide l’innocente? e chi si pone in agguato presso i villaggi? chi spia l’infelice?), mistero che verrà compreso solo alla fine, nel passaggio da un capitolo all’altro, quando la trama si sviluppa e gli elementi principali del racconto prendono ad aggregarsi, si delinea pian piano agli occhi del lettore un mondo minore, fatto di scene di provincia (in cui pare che non accada mai nulla, se non una processione o una sagra di paese), di situazioni quotidiane e di personaggi normali ma che forse tanto normali non sono, tutti elementi cioè che sembrerebbero esulare dalle peculiarità del noir classico a cui siamo abituati ma che non per questo rendono il romanzo meno suggestivo ed interessante (il registro medio-alto, anzi, sembra propendere verso una ridefinizione più alta del genere). Continua a leggere