La perfezione

  Riproposto di recente da Baldini+Castoldi e al tempo designato dalla critica come l’esordio del nuovo noir italiano, il romanzo breve La perfezione di Raul Montanari conserva ancora, a 25 anni di distanza dalla prima edizione (uscì nel ’94 da Feltrinelli), tutta la bellezza algida e cristallina conferitagli dalla sua splendida e sobria costruzione, forte di una sapiente distribuzione della materia narrativa e dell’uso di una lingua curata, puntuale, mai fuori luogo, che nel ritrarre le vite dei personaggi e il paesaggio montano riesce a creare all’occorrenza le atmosfere più giuste e adatte al caso.

Priva di sbavature e di cadute di stile, la storia si sviluppa per gradi, attraverso le diverse focalizzazioni dei protagonisti. Se in prima battuta vien da chiedersi a chi siano rivolte, a chi alludano le parole poste in esergo tratte dal Libro dei Salmi (chi è che uccide l’innocente? e chi si pone in agguato presso i villaggi? chi spia l’infelice?), mistero che verrà compreso solo alla fine, nel passaggio da un capitolo all’altro, quando la trama si sviluppa e gli elementi principali del racconto prendono ad aggregarsi, si delinea pian piano agli occhi del lettore un mondo minore, fatto di scene di provincia (in cui pare che non accada mai nulla, se non una processione o una sagra di paese), di situazioni quotidiane e di personaggi normali ma che forse tanto normali non sono, tutti elementi cioè che sembrerebbero esulare dalle peculiarità del noir classico a cui siamo abituati ma che non per questo rendono il romanzo meno suggestivo ed interessante (il registro medio-alto, anzi, sembra propendere verso una ridefinizione più alta del genere). Continua a leggere