Il racconto “La scomparsa” su Margutte, non-rivista on line

Eravamo insiemeEd oggi siamo sulla prima pagina di Margutte, non-rivista online di letteratura e altro con il racconto La scomparsa.

Un grazie particolare a Gabriella Mongardi che con garbo ed attenzione recensisce di seguito la raccolta Eravamo insieme da cui il racconto è tratto.

http://www.margutte.com/?p=19849

“Si tratta di racconti brevi e brevissimi, in cui l’autore ha lavorato sul frammento e sulle situazioni, sul momento, rinunciando alla trama come forza ordinatrice per affidarsi piuttosto al paesaggio, all’atmosfera, al non detto più che al detto. La rappresentazione del mondo e dei personaggi che ne deriva non è quindi mimetica della complessità del reale, se non per qualche cosa che rimane nella memoria o negli occhi. Nulla è riconducibile a sistema, nulla vuole essere esaustivo (né la rappresentazione dei personaggi né quella del loro mondo). In questo modo il lettore viene coinvolto direttamente nel lavoro creativo, in quanto chiamato a ‘supplire’ con la sua fantasia, la sua sensibilità, a quello che la storia non racconta esplicitamente. Data la ricorsività dei temi e delle figure, durante la lettura viene la tentazione di trattare i racconti come tante tessere di un puzzle e provare a metterle insieme, trovando il giusto incastro: ma sarebbe far torto a un flusso narrativo limpido e caldo, mobile e inafferrabile come la vita.”

“Così questo libro ci riconcilia con l’incompiutezza delle nostre vite, con ciò che avrebbe potuto essere e non è stato, con le soglie che non abbiamo varcato. Basta dismettere le nostre pretese, le nostre aspettative e aprirsi alla meraviglia del vivere, qui incarnata dalla bellezza del paesaggio: naturale o urbano, di mare o di montagna, sontuosi tramonti, onde tempestose, allegri cinguettii…”

“Questa disposizione d’animo – che è condivisa da personaggi e narratore – riscatta gli incontri mancati, i fallimenti, i tradimenti, sussumendoli tutti in una prospettiva più alta, più ariosa, in cui anche il negativo viene sfumato e ammorbidito. Perché, come voleva Euripide: “Gli dei ci creano tante sorprese: l’atteso non si compie, e all’inatteso un dio apre la via”.”