La raccolta di racconti di Gianluca Massimini presenta caratteri distintivi precisi: in primo luogo, l’esilità della trama induce a considerarli piuttosto una descrizione; quindi, la brevitas per cui ogni lavoro si risolve in due o tre pagine (solo La scoperta dell’amore raggiunge le sei pagine); i personaggi sono di solito due giovani; raramente compaiono i riferimenti cronotopici (uno a Capalbio e un altro al 2003); le scarne vicende si svolgono all’aperto, solo Stanchi vede l’interno di una casa e solo nella stessa novella è presente il dialogo, se eccettuiamo una battuta in La scoperta dell’amore; infine troviamo un ripetuto e sottile erotismo, sorretto sempre da un preciso senso di misura. Lo stile è rapido, incisivo, preciso. Tutti questi elementi tracciano la fisionomia di un autore che esplora nuove vie della narrativa in consonanza forse con le pagine web, restie alla lunghezza e alla prolissità (G. L.).
-
Articoli recenti
Tag
- andrea brancolini
- andrea camillo
- antonella cilento
- casa sul mare
- che cosa siamo che cosa non siamo
- congedo
- cristiano abbadessa
- critica impura
- davide barilli
- david frati
- ebook
- emanuele kraushaar
- emergenza scrittura
- enzo rega
- eravamo insieme
- età dell'amore
- fralerighe
- gianfranco franchi
- gianluca morozzi
- giuliano ladolfi
- giulia pieretto
- giulio mozzi
- il tempo passa le cose cambiano
- intervista
- libro
- lo statuto del racconto
- margutte
- mauro maraschi
- mi basto sola
- milly curcio
- narda fattori
- paolo cognetti
- paradiso degli orchi
- quel giorno
- racconto
- recensione
- recensionelibro.it
- ricerca del piacere
- romana petri
- sandro bonvissuto
- stanchi
- statuto del racconto
- stefano benni
- tommaso giagni
- versante ripido